Quanto può valere il legame fra cultura e digitale?

Il Rapporto Symbola 2023 restituisce il valore aggiunto della filiera culturale

4 Agosto 2023


284 case histories, 24 focus tematici, 149 pagine, 33 autori sono i numeri che raccontano il 13° Rapporto promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere “Io Sono Cultura 2023 –
L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, la cui presentazione si è tenuta mercoledì 26 luglio presso la Sala Longhi di Unioncamere, a Roma. Il Rapporto, che gode del patrocinio del Ministero della Cultura, è stato redatto in collaborazione con l’Istituto del Credito Sportivo, la Fondazione Fitzcarraldo e Fornasetti e il Centro Studi Tagliacarne.

Lo studio analizza come e quanto, ancora una volta, il sistema produttivo culturale e creativo – composto da attori pubblici, privati e del terzo settore – contribuisca significativamente all’economia del Paese, generando, solo nel 2022, un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro, in aumento del 6,8% rispetto all’anno precedente. La cultura viene dunque presentata come un attivatore di economia, se correttamente integrata nelle strategie aziendali, ma anche come un driver di innovazione quando viene combinata con altre dimensioni sociali (secondo la ricerca, per ogni euro prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in altri settori economici). Nello specifico, nel 2022 l’effetto moltiplicatore del settore culturale ha avuto un impatto positivo su manifattura e design, turismo, trasporti, transizione ecologica, salute e benessere. La trasversalità emerge tra le sue principali caratteristiche, a dimostrazione del fatto che i contenuti culturali e creativi influenzano e sono influenzati da altri settori e/o ambiti (si pensi, ad esempio, all’interrelazione tra turismo e cultura).

Tra i diversi trend rilevati dalla ricerca spicca il legame fra cultura e tecnologia. Particolare attenzione viene dedicata all’intelligenza artificiale e alle tecnologie che avvicinano sempre di più le nuove generazioni alla fruizione di contenuti culturali e creativi (videogame e software); un mercato in forte espansione globale, il cui comparto ha contribuito in maggior misura alla ricchezza della filiera, generando circa 14,6 miliardi di valore aggiunto, ovvero il 15,3% dell’intera filiera culturale. È chiaro – si legge nel Rapporto – come il settore digitale e delle nuove tecnologie possa essere un facilitatore per ideare nuove modalità di fruizione e produzione di contenuti innovativi, facendo leva sulla partecipazione della comunità e in particolar modo dei giovani, rendendo così l’intero comparto più attrattivo.

Il motivo di tanto fermento nel settore culturale – viene poi sottolineato nel documento – è possibile che sia legato ai numerosi e differenziati investimenti dedicati alla compenetrazione fra cultura e mondo digitale. Sul fronte ministeriale, ad esempio, come riportato nel capitolo sulla Gestione del patrimonio culturale (3.12), “la programmazione è stata fortemente segnata dalle sostanziose risorse messe a disposizione dal PNRR”. Lo stesso Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND), redatto dalla Digital Library del Ministero della Cultura, ha contribuito – si legge nelle pagine finali del Rapporto – a “una rinnovata ricerca di processi più efficaci per la valorizzazione, soprattutto in chiave economica, del patrimonio culturale e dell’offerta ad esso connessa”.


Per approfondimenti:
https://www.symbola.net/ricerca/io-sono-cultura-2023/

 

Immagine di vecstock su Freepik

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