Settima nel ranking dell’UE, ottava in quello allargato anche agli altri Stati. Lo scorso dicembre, la Commissione Europea ha pubblicato l’Open Data Maturity (ODM) Report 2023, il più importante studio con cui si monitora e si misura l’attività sui dati aperti nei Paesi membri dell’UE e in altri 8 Stati del territorio continentale. Giunto alla sua nona edizione annuale, il Report esplora l’impegno dei Paesi europei nel portare gli open data ai cittadini e nell’incoraggiarne il riutilizzo, per creare impatto.
Le 4 dimensioni utilizzate
Per misurare la qualità, la diffusione e l’impatto dei dati aperti all’interno dell’UE in linea con la Direttiva sugli open data (UE) 2019/1024, la metodologia utilizzata prevede il ricorso a 18 indicatori complessivi, divisi in quattro dimensioni: Politica, Impatto, Portale, Qualità. I dati sono stati raccolti attraverso l’Open Data Maturity Landscaping Questionnaire, un questionario di autovalutazione completato da 35 Paesi:
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- 27 Stati membri;
- 3 Paesi dell’Associazione europea di libero scambio (EFTA – Norvegia, Svizzera, Islanda);
- 5 Paesi candidati all’ingresso nell’UE (Albania, Bosnia e Erzegovina, Montenegro, Serbia, Ucraina).
Italia “fast tracker” con un maturity level rating complessivo del 92%
Per quanto riguarda le performance relative alle quattro dimensioni d’analisi, il nostro Paese registra i seguenti risultati: policy: 98% (media UE 89%); impatto: 94% (media UE 77%); portale dati.gov.it: 93% (media UE 85%); qualità: 84% (media UE 82%).
Sulla base del punteggio ottenuto, i Paesi si dividono poi in quattro categorie, dal più maturo al meno maturo: trend-setter, fast-tracker, followers e beginners. L’Italia presenta un maturity level rating complessivo pari al 92% (un punto percentuale in più rispetto alla scorsa edizione), posizionandosi settima nel ranking dell’UE e ottava in quello allargato anche agli altri Stati. Resta comunque al di sopra della media europea, che si attesta all’83% (lo scorso anno la percentuale era del 79%).
Nel complesso, il nostro Paese mostra un buon livello di maturità in tutte le dimensioni. Sono favorite, inoltre, le attività di promozione per la pubblicazione dei dati aperti, attraverso un approccio strategico volto ad aumentare la qualità dei metadati pubblicati e il rispetto degli standard di qualità (il cruscotto che visualizza i risultati dell’Italia è disponibile su data.europa.eu al seguente link). Permangono alcune difficoltà nella pubblicazione dei dati o nella creazione di misure di impatto.
I Paesi “trend-setter” e i miglioramenti più significativi
La classifica relativa delle dimensioni resta comunque invariata rispetto al 2022. Se l’Italia è ora tra gli 11 Paesi “fast tracker”, Francia (98%), Polonia (98%), Estonia (96%), Ucraina (96%) sono i quattro i “trend-setter”; circa la metà dei Paesi analizzati è, dunque, sulla buona strada. Infine – al di là delle categorie di maturità individuate – da Slovacchia, Lettonia, Montenegro e Islanda arrivano i miglioramenti più significativi alla maturità degli Open Data:
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- la Slovacchia ha creato una definizione di “impatto” dei dati aperti, ha sviluppato una metodologia per misurarlo e ha raccolto dati preliminari utilizzando la metodologia appena sviluppata;
- la Lettonia ha introdotto nuove funzionalità del portale, come un forum di discussione, e ha condotto analisi del traffico del portale e sondaggi sulla soddisfazione degli utenti;
- il Montenegro sta formando un consiglio per la gestione dei dati aperti come parte della propria struttura di governance, per migliorare l’attuazione delle proprie politiche sui dati aperti;
- l’Islanda ha messo in atto processi e incentivi per monitorare il livello di riutilizzo dei dati aperti, ha lanciato iniziative per documentare quali e come i set di dati aperti vengono riutilizzati e, come la Slovacchia, ha creato una definizione di impatto dei dati aperti.
Per conoscere i dati del Rapporto e dei singoli Paesi partecipanti, è possibile consultare la pagina dedicata all’ODM Report su data.europa.eu.