Lo scorso 28 giugno, presso la Sala Convegni dell’Archivio storico della Presidenza della Repubblica, si è tenuto l’incontro di studio “Dalla somiglianza alla sinergia. La descrizione del patrimonio culturale dalle specificità all’integrazione digitale”.
Lo scopo dell’incontro era promuovere una riflessione che, partendo dalle esperienze consolidate maturate nel corso dei processi di transizione digitale del patrimonio culturale, insistesse sulla centralità che, nella rappresentazione digitale del patrimonio stesso, debbano rivestire le relative descrizioni destinate a veicolare dati di contesto nei diversi tracciati di descrizione e di metadatazione, convenzionali e in formato RDF, ma anche a favorire la realizzazione di ontologie di riferimento. L’evento segue iniziative consimili organizzate dall’Archivio storico a partire dal 2015, rientranti nel ciclo dedicato al “Patrimonio culturale digitale tra conoscenza e valorizzazione”, intese ad approfondire questioni sottese ai temi della gestione di documenti e informazioni nel settore pubblico; della promozione della conoscenza e della valorizzazione del patrimonio culturale analogico e digitale; della individuazione di un sistema di licenze d’uso che assicuri il bilanciamento tra i principi di riutilizzo di dati pubblici e la disciplina in materia di diritto d’autore e di tutela dei dati personali.
“Un progetto di grande complessità e fortemente innovativo”: con queste parole Marina Giannetto, Sovrintendente Archivio storico della Presidenza della Repubblica, ha commentato gli interventi di Antonella Negri e Luigi Cerullo della Digital Library del Ministero della Cultura, in cui è stata presentata la visione dell’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale del “superamento della frammentarietà del patrimonio culturale”, per usare ancora le parole della Sovrintendente Giannetto.
Il riferimento è all’investimento PNRR M1C3 1.1 “Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale”, di cui la Digital Library è struttura attuatrice e in particolare agli obiettivi di progetto, tra cui quello finale di facilitare la fornitura di servizi digitali a cittadini, imprese e società civile e garantire l’uso da parte di imprese culturali e creative. “Innovare, dunque, – ha precisato Antonella Negri, funzionario architetto della Digital Library – creando un’infrastruttura dati nazionale (per giungere ad una corretta interoperabilità dei sistemi), accrescendo le competenze e le capacità degli operatori, sviluppando sistemi per la gestione e la conservazione a lungo termine di documenti e risorse digitali, creando piattaforme per un accesso ampio e integrato al patrimonio di informazioni culturali”.
“Il progetto – ha poi continuato Negri – non riguarda la mera digitalizzazione intesa come trasformazione da analogico a digitale di documenti, ma ha l’obiettivo di una completa e profonda trasformazione digitale degli istituti culturali”.
L’investimento PNRR è suddiviso in 12 sub-investimenti, organizzati secondo quattro macrocategorie:
- servizi abilitanti (sub-investimenti 1, 2, 3, 4)
- servizi per la produzione (sub-investimenti 5, 6, 7)
- servizi per la gestione e conservazione documentale (sub-investimenti 8, 9)
- servizi di accesso (sub-investimenti 10, 11, 12)
La prima serie di azioni strategiche relative ai sub-investimenti della prima macrocategoria, delineate a partire dal sub-investimento 1 – Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND), è volta alla creazione di un contesto tecnologico abilitante, ossia l’Infrastruttura software del patrimonio culturale (ISPC). L’Infrastruttura rappresenta il primo spazio dati nazionale della cultura in grado di ospitare in sicurezza tutto il patrimonio digitale del Paese consentendo agli enti flessibilità nel modello di adesione (integrata o federata). “Ovviamente – ha sottolineato l’Arch. Negri – tutto questo deve essere accompagnato da descrizioni semantiche esaustive e semanticamente normalizzate”.
Se, come ha informato la Sovrintendente Archivio storico della Presidenza della Repubblica, le difficoltà degli utenti per contestualizzare correttamente le informazioni disponibili che rischiano di crescere in maniera esponenziale possono essere superate grazie agli strumenti di interoperabilità dei sistemi offerti dall’attuale sviluppo tecnologico, allora, ben dice il funzionario architetto della Digital Library in apertura del suo intervento, “L’importanza e l’obiettivo dell’integrazione è di fare interoperare nella maniera giusta i sistemi”.
L’Infrastruttura software del patrimonio culturale è in stato di realizzazione e ha come partner tecnologico il CINECA di Bologna. Nella ISPC il patrimonio è valorizzato e arricchito per mezzo di algoritmi innovativi e tecniche di Intelligenza Artificiale e viene messo in correlazione con tutte le risorse culturali digitali presenti, sia all’interno di ciascun dominio di appartenenza sia tra domini diversi. Essa nasce con un’architettura scalabile e sicura basata su soluzioni cloud, offrendo performance e livelli di disponibilità adeguati a sostenere credibilmente il ruolo di abilitatore di servizi digitali per il panorama culturale italiano.
“Il patrimonio culturale è un fondamentale generatore di valori all’interno della società. Abbiamo bisogno di una vista unica e generalizzata sui dati della cultura, basata su fonti autorevoli, aperta sia ai territori sia ai privati” – recita il Manifesto dell’ISPC – ma affinché la transizione digitale produca valore culturale, economico e sociale è necessario porre le persone al centro dei processi di cambiamento.
Per approfondimenti sull’intervento:
https://www.youtube.com/watch?v=59l-EBCEH80&t=4168s (dal minuto 54:00 a 1:40:00)
Per approfondimenti sulla ISPC:
https://digitalia.cultura.gov.it/issue/view/148/32 (da pag.38 a pag.50)